Pari opportunità

30.04.2014 09:56

Il concetto di pari opportunità riesce a farsi strada solo molti anni dopo, in una stagione di grandi movimenti sociali e riforme in cui le donne diventano protagoniste e soggetto politico. Paradossalmente le pari opportunità vengono assunte nel linguaggio e nella prassi politica e istituzionale nel momento in cui i loro fondamenti teorici sono superati e spesso contestati da nuovi pensieri e movimenti, fondati sulla valorizzazione della differenza di genere e sull'affermazione del punto di vista femminile contro quello falsamente neutrale della norma maschile. Solo negli anni Settanta la legislazione riconosce il principio della parità nelle diverse sfere della vita sociale, dalla famiglia al lavoro, e istituisce i primi organismi espressamente finalizzati a perseguire l'uguaglianza di opportunità, all'inizio con funzioni consultive e quindi anche d’iniziativa e di controllo.

 

Il passaggio successivo è quello dalla fase delle garanzie a quello delle azioni positive, che si realizza dalla fine degli anni Ottanta con le leggi e le istituzioni destinate a favorire l'acquisizione di responsabilità e la partecipazione ai processi decisionali. Il Comitato Nazionale di Parità presso il Ministero del Lavoro (1983), la Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità creata nel 1984 e dotata di funzioni precise solo nel 1990, la Consigliera di Parità l'anno successivo, fino all'istituzione nel 1996 di un Ministro e di un Dipartimento ad hoc, sono solo i più noti tra gli organismi di riferimento, che si moltiplicano ai diversi livelli territoriali, mentre canali di finanziamento specifici vengono destinati ai programmi di azioni positive: nel mondo del lavoro con la legge 125 del 1991, nell'imprenditoria con la legge 215 del 1992, nella formazione soprattutto con il Fondo Sociale Europeo.

 

Prendendo atto del persistere di forti disuguaglianze, l'Unione Europea sviluppa, a partire dagli inizi degli anni '80, una serie di programmi d'azione per le pari opportunità.

È infatti nel 1984 l'istituzione di una Commissione per i diritti della donna e l'attribuzione di competenze per le pari opportunità al Commissario responsabile del lavoro e degli affari sociali nell'organo che ha assunto il ruolo di "governo" nella Comunità Europea.